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Una domanda che spesso mi viene posta: qual’è la miglior marca di apparecchi acustici?
Se la perdita uditiva può essere migliorata con un apparecchio acustico sicuramente un qualsiasi produttore avrà in listino un prodotto adatto a farlo e a farlo bene….non c’è una marca migliore delle altre, le principali sono tutte ad un notevole livello tecnologico, anche se ognuna ha le sue caratteristiche e le sue prerogative che la differenziano dalle altre.
Ad esempio a livello di “sonorità” Oticon è riconosciuta come la migliore, a livello di connettività Phonak è un passo avanti, come durata delle batterie ricaricabili Gn sovrasta le altre per durata, ecc.
Oggi ci sono meno differenze tra i marchi di quello che si pensa, un’innovazione tecnologica, se valida, pochi mesi dopo viene implementata nei prodotti di un competitor.
Ad esempio la connettività diretta con Iphone, 5/6 anni fa la potevano vantare solo 2 marchi, oggi tutti i produttori hanno in listino apparecchi Made for IPhone.
Allora come faccio ad orientarmi?
Un paio di opzioni tra le quali scegliere le abbiamo...
La prima opzione di scelta riguarda la tecnologia ovvero la capacità di riduzione dei rumori complessi e semplici.
Facciamo un passo indietro…Qual è lo scopo di un apparecchio acustico, a cosa serve?
L’apparecchio serve a migliorare il rapporto tra voce e rumore. Chi ha una diminuzione della capacità uditiva incontrerà le prime difficoltà guardando la televisione o in ambienti rumorosi, questo perché le cellule danneggiate, nella maggioranza delle ipoacusie (presbiacusie o ipoacusia da trauma), sono quelle deputate all’analisi delle frequenze acute.
Mancando quelle informazioni manca la chiarezza, è tutto offuscato e non nitido: quando andiamo in un ambiente rumoroso (bar, ristorante, ecc.) sentiamo i rumori ma non capiamo le parole, stessa cosa con i “rumori semplici” in casa.
Qui entra in gioco l'apparecchio acustico, che cerca di ridurre il rumore ambientale enfatizzando nel contempo il “parlato”.
Ci sono 2 strategie per affrontare questo problema.
I microfoni direzionali: fanno sentire soprattutto ciò che hai di fronte, di solito l’interlocutore è davanti a te, quindi spostando la testa sposti il raggio di azione dell’apparecchio; amplificano quello che guardano gli occhi e abbassano l’intensità di tutto ciò che è aldilà di questo “cono di ascolto”.
La seconda strategia, chiamata direzionalità dinamica, lascia invece aperto tutto il panorama sonoro intorno a te e riduce in modo selettivo le sorgenti che non sono utili. La sensazione sarà di avere uno scenario sonoro aperto e naturale, le parole comprese senza fatica.
Questo sicuramente è l’approccio vincente.
Attualmente questa tecnologia la troviamo nei prodotti del gruppo Demant, ovvero Maico, Oticon e Bernafon.
L’ultima considerazione riguarda la scelta dell'audioprotesista:
con un apparecchio acustico regolato male o in modo approssimativo non si avrà lo stesso tipo di risultato.
Come faccio a scegliere un bravo audioprotesista? Qualche consiglio.
Iniziamo dalla prima fase: l’anamnesi, dove si definisce la sordità, una fase importantissima, se non basilare.
A quanti test ti ha sottoposto il tuo audioprotesista?
Il corretto protocollo audioprotesico prevederebbe i seguenti esami:
otoscopia, impedenzometria, audiometria tonale e soglia del fastidio, audiometria vocale, Matrix Test (ad oggi disponibile presso pochi centri oltre al nostro).
Veniamo adesso alla fase di verifica dell’applicazione protesica, la fase in cui si misurano i miglioramenti ottenuti con l’apparecchio.
E’ fondamentale che, oltre ai vari test in campo libero, vengano fatte le misurazioni Rem, servono per misurare la risonanza del condotto e permettono successivamente di adeguare guadagno e uscita massima dell’apparecchio in modo ottimale.
Non farla vuol dire perdere un buon 20% delle possibilità acustiche dei vostri apparecchi.
Un ultimo consiglio che voglio darvi, scegliete l'audioprotesista (non il centro acustico o il marchio), concentratevi nella ricerca di un bravo professionista, lasciando perdere le sirene del marketing.
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